Giocare su un ponte? Forse si può (ma non a Genova)

“Non vogliamo solo rifare velocemente il Ponte Morandi, ma anche renderlo un luogo vivibile, un luogo di incontro in cui le persone si ritrovino, possano vivere, giocare, mangiare”. È l’ultima dichiarazione del ministro Toninelli a proposito del futuro Ponte Morandi, che riprende una proposta alternativa per la ricostruzione del viadotto. Un luogo in cui giocare, correre e persino fare bungee jumping - l'attività meno indicata nel caso di un ponte appena crollato. Contro Toninelli si è subito alzato un coro di critiche, che si domanda chi mai farebbe andare a giocare i propri bambini in mezzo al ponte di un’autostrada. Ebbene, c’è chi lo fa. E anche con un certo successo.


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A Genova è caduto un ponte. Il dovere di capire e di farci capire

A Genova è caduto un ponte. Un ponte trafficato, iconico per le forme eleganti, fondamentale per la mobilità della Liguria e di tutto il Nord Italia. È una tragedia in cui è facile identificarsi: per chi è passato almeno una volta su quel ponte, per chi si trovava in viaggio verso le vacanze, per chi semplicemente si sposta in auto usando infrastrutture spesso risalenti agli anni del boom economico. In meno di un’ora dal disastro, si è scatenato un dibattito pubblico non degno di un paese civile. Ministri e utenti di social network si sono trovati ad urlare accuse contro soggetti già additati come colpevoli, a spiegare le cause della tragedia come se fossero ovvie e a enunciare le soluzioni da adottare immediatamente. 


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Se la salvezza delle città non passa (solo) dai big data

I dati sono il petrolio del XXI secolo. A dirlo è l’Economist, parlando delle compagnie che ogni giorno di più devono la propria ricchezza alle informazioni che riescono a catturare, analizzare e rivendere a soggetti terzi. I big data infatti sono una presenza sempre più pervasiva nelle città e nelle società contemporanee: da una parte, aumentano i dispositivi in grado di tracciare spostamenti, preferenze e consumi; dall’altra, continuano a crescere le analisi che, grazie ai dati così raccolti, riescono a descrivere fenomeni e profilare individui in modo sempre più preciso.


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Infrastrutture e tecnologie: territori connessi e società divise

La mobilità è fondamentale per ciascun individuo: permette di accedere alle opportunità messe a disposizione dalle città, rendendo possibile realizzare gli obiettivi di vita personali e partecipare alla vita collettiva. La mobilità è uno strumento chiave per società più coese e la città non può esistere senza le interazioni permesse (anche) dalla mobilità. Proprio grazie alla mobilità, diventa necessario parlare di urbano più che di città.


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