Chi o cosa è invisibile? Una questione di sguardi, e di punti di vista

Tra buone e cattive notizie, qualcosa non torna. Cronache, dati e mappe continuano a denunciare tendenze che non girano nel senso desiderato. Cos’è davvero “invisibile”? Di quali sguardi abbiamo bisogno; dove abbassiamo e chiudiamo occhi?


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La cura, dalle periferie. Storie di medicine alternative allo sviluppo “urbano”

Non facciamo molta attenzione apprezzando le piazze, strade ed edifici dei nostri centri storici a misura d’uomo al fatto che sono tali perché costruiti secondo sistemi di misurazione basate su braccia, pollici e piedi, secondo un sistema di proporzioni che prediligevano la vista a colpo d’occhio; e che ci piacciono proprio per la loro una dimensione domestica.


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La cattedra dell’emergenza

EPISODIO 6
Siamo stati troppo abituati al “dove” ci troviamo, che non sappiamo più porci la domanda del “come” possiamo incontrarci; domanda che va ben al di là dell’apparato digitale che in questo momento sembra essere solo un altro luogo ancora piuttosto che un occasione per tirar fuori, dall’emergenza, quanto sta emergendo per davvero.


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Territori a rischio. Borghi e paesi del “cuore d’Italia” in pericolo: da cosa?

Ormai è certo: il rischio non è un dato…certo! Non è misurabile in senso assoluto. Dipende certamente da condizioni ambientali e geologiche, ma stiamo scoprendo delle faglie e fragili latenti che si snodano da anni tra dinamiche demografiche e sociali, economiche e politiche, alimentandosi e sostenendosi amplificando i livelli di pericolosità.
Cosa è più rischioso? La vita delle persone messa in gioco in modo repentino, i danni materiali provocati da eventi naturali previsti o prodotti dall’incuria del territorio?


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Le nuove frontiere del progetto di territorio nei Paesi “emergenti”

Un territorio e un contesto quello colombiano, che potrebbe aver la forza di divenire metafora, in grado di formulare considerazioni dove poter misurare la questione del ruolo dell’architettura e di chi si occupa di territorio da quell’Italia che ne ha fornito, a volte in modo inconsapevole, i geni culturali, dal nome stesso del continente e di varie porzioni di esso, all’ispirazione delle città ideali –da quelle coloniali fondate con la Ley de Indias fino a Brasilia-, a quel concetto ispiratore di patrimonio naturale che dalle terre italiche è stato trapiantato nei primi parchi nazionali esistenti al mondo, recuperando chissà quelle belle intuizioni proprie di un Nuovo Mondo e di un modo nuovo di vivere il territorio.


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