MARCO BERTORELLOGetty Images Il re e la città: una relazione collettiva e urbana che cattura l'infinito
Mettere in scena la meraviglia, emozionare, eccitare gli animi e galvanizzare l’attenzione del popolo. Non c’è incoronazione, né matrimonio regale, che possa sottrarsi alla necessità di essere celebrato in mezzo alla folla, entro un gioco di reciproco rispecchiamento. Più è sfarzosa e perfetta l’immagine pubblica del sovrano e più fortuna porterà ai sudditi. E la strada - prima ancora dei Palazzi e delle Cattedrali - diventa la vera scena dove questa meraviglia viene suscitata e accesa. Oggi può apparire persino scontato immaginare che anche Carlo III passi in carrozza tra l’abbraccio fisico dei suoi sudditi, lungo una strada pubblica rettilinea allestita allo scopo. Ma dobbiamo ricordare che questo rituale che tiene insieme cerimonia di legittimazione del potere, spazio pubblico urbano ed emozione collettiva fa il suo ingresso nella città europea solo a partire dal Rinascimento - e più marcatamente in epoca Barocca - quando viene inventata una nuova spazialità urbana a misura di re e di regine. Abbandonato lo spazio stretto medievale, inadatto alle grandi parate e rappresentazioni civili e militari, si progetta uno “spazio scenico”, espressione di una nuova sensibilità (anche) estetica, attenta alla geometria del tratto, alla spettacolarità delle facciate, alla percezione di apertura e di splendore delle nuove strade urbane. È da allora che re e regine danno forma alle città, imprimono cambiamenti, aprono strade, organizzano cerimonie e cortei, rituali e giochi improntati allo stupore e alla straordinarietà.
Incoronazione di Edoardo VII, 2 agosto 1902
Science & Society Picture LibraryGetty Images Incoronazione Elisabetta II, 2 giugno 1953
BettmannGetty Images Con espressione ancora oggi molto potente Leonardo Benevolo la definiva la ritrovata capacità delle città di “catturare l’infinito”; nessun dispositivo spaziale sa farlo meglio della grande piazza barocca o la grande strada urbana moderna, rettilinea e circondata da prestigiosi edifici. È una sensazione che conosciamo: quella della strada dove perdi la percezione della fine, dove le due sponde di folla, trattenute e controllate nel loro premere sulle transenne, si guardano da parte a parte, dove il passaggio lento della carrozza è seguito da grida e giubilo. La strada rettilinea è il luogo nel quale si coniugano la possibilità di vedere ed essere visti. È la strada aperta alla dimensione teatrale, di messa in scena, di gioco, di finzione. Anche col passaggio in carrozza di Carlo e Camilla - sovrani che certamente sentiamo più contemporanei e vicini alla nostra sensibilità laica e razionale - sarà celebrata quella spazialità, aperta, spettacolare, pensata per una visione a campo largo, che ha dominato dal Seicento ad oggi.
Incoronazione di Elisabetta II, 2 giugno 1953
Ernst HaasGetty Images Incoronazione di Elisabetta II, 2 giugno 1953
Picture PostGetty Images In quella spazialità tutta urbana la festa diventa il momento di convergenza emotiva, di consonanza e di armonia sociale, in cui si rinsaldano i legami tra sovrano e sudditi. La festa diventa lo strumento di un’oculata politica funzionale all’insediamento di una nuova corte, all’accrescimento del suo prestigio, alla moderazione dei conflitti e delle tensioni sociali, ancora oggi molto forti intorno alla corona inglese. Ancora una volta è la strada il luogo nel quale questa “conversazione” tra sovrani e sudditi viene allestita, organizzata e progettata. Un concedersi alla vista, al contatto, all’emozione della folla che ha qualcosa di antico e di fiabesco. Carlo III però, oltre che sovrano è anche uomo del suo tempo, capace di cogliere qualche anacronismo di troppo e il rischio di qualche eccesso. Per questo, pur tra contestazioni, ha scelto un percorso decisamente più breve: due chilometri scarsi sia all’andata che al ritorno rispetto agli oltre sette percorsi dalla regina Elisabetta nel 1953. Un tragitto più breve significa una spesa più snella, meno persone assiepate lungo il percorso e tempi di spostamento più limitati.
Incoronazione Carlo III, 6 maggio 2023
ODD ANDERSENGetty Images Dare un messaggio di moderazione e di maggior sobrietà, per un sovrano arrivato tardi sul trono è certamente importante. Ma forse la scelta di limitare il percorso nasce anche da una più contemporanea consapevolezza che oggi i punti di osservazione dai quali “osservare la scena” sono molto di più che in passato: ci saranno i maxi-schermo, ci saranno le televisioni di tutto il mondo, le immagini aeree, così come le immagini rimbalzate all’infinito sui social, che richiedono tempi più compatti e consentono di vedere l’incedere dei reali da altre prospettive. Come dire, anche i rituali urbani e le tradizioni storiche si devono adattare all’epoca dei social media e di Netflix e una manifestazione è incisiva e convincente se ha dei tempi quanto meno televisivi. Sarà un percorso breve ma certamente significativo e intriso di simbologie laiche e religiose; da Buckingham Palace, i reali attraverseranno il Centre Gate lungo The Mall, supereranno l’Admiralty Arch, poi girando a destra costeggeranno Whitehall e Parliament Street, con il palazzo di Westminster, infine sfiorando il palazzo del Parlamento, arriveranno all’Abbazia di Westminster, dove dal 1066 vengono incoronati i re e le regine inglesi.
Incoronazione Carlo III, 6 maggio
MARCO BERTORELLOGetty Images L’Incoronazione vedrà persone provenienti da tutta la nazione, molti saranno per le strade con la famiglia, gli amici e i vicini per celebrare il Coronation Day. Per dare modo di festeggiare anche nelle strade minori e in altre aree del Regno Unito, il governo ha dato la possibilità di autopromuovere feste di strada e di vicinato, dando indicazioni su come richiedere la chiusura al traffico temporanea delle strade, su come organizzare pranzi collettivi, su come animare attività di gioco per i bambini. C’è una mappa che evidenzia eventi, attività e celebrazioni che si svolgeranno in tutto il Regno Unito; le persone possono utilizzare la mappa per esplorare gli eventi che accadono nella loro zona prima e dopo il fine settimana dell'incoronazione. “L’incoronazione è una fantastica opportunità per riunirsi e festeggiare, e ci sono molti modi diversi per essere coinvolti, comprese le feste di strada e i grandi pranzi dell’Incoronazione, che si svolgeranno durante il fine settimana festivo”, si legge sul sito web ufficiale. Grandi strade pubbliche dove emozionarsi e condividere una giornata straordinaria o piccole strade di quartiere trasformate in grandi tavolate dove le persone possono ritrovarsi. E mi rimane il sospetto che re e regine, papi e cardinali, siano solo una forma un po' anacronistica ma sempre utile di legittimazione che ci diamo collettivamente per fare festa. Sono le feste, quei momenti collettivi e civili, nello spazio pubblico e accessibili a tutti, i rituali che ci fanno comunità e nazione. Abbiamo bisogno di feste, per esorcizzare le nostre paure, feste che ci facciano sentire parte di qualcosa che ci lega e ci accomuna. Feste che ci ricordino che condividiamo con gli altri, viventi o viventi prima di noi, un destino comune. Oggi invidierò agli inglesi, monarchici convinti o critici, la capacità di fare festa intorno ad una storia comune, ad una favola che si rinnova, ad un giorno di collettiva spensieratezza. Nella Londra dei capitali e del profitto, del business e dei prezzi della vita e delle case alle stelle, anche questa sarà una piccola civile rivoluzione.
_____Articolo pubblicato su: elledecor.com