L'immaginazione come risorsa per lo sviluppo dei luoghi

 Nel mondo adulto l’immaginazione gode di cattiva fama. La possiamo usare nel tempo libero, in attività collaterali, ma la riteniamo superflua o poco degna nelle attività di lavoro e professionali. Per non parlare di tutte quelle attività ritenute più serie di altre come la politica, la giustizia, l’educazione, persino l'architettura, vere e proprie macchine di “dis-immaginazione”. L’immaginazione è oggi ritenuta pratica effimera per chi ha tempo libero o lusso esclusivo di chi è impegnato in lavori di tipo intellettuale. Ma l'immaginazione è un'energia che tutti possiamo acquisire e affinché si sviluppi ha bisogno di contesti favorevoli, ad alta biodiversità culturale. È risorsa fondamentale per suscitare progetti di rigenerazione degli spazi urbani, di reintegro della natura per rispondere alla crisi climatica, di reinvenzione dei nostri tempi di vita e di lavoro: è l’ingegno del placemaker, il nuovo inventore dei luoghi, capace di individuare nuove soluzioni dietro ai problemi, di trasformare l’esistente per adattarlo alle esigenze della vita delle persone, di attivare nuove economie, di misurarsi con una sostenibilità che è sociale e ambientale insieme. Elena GranataVIVE - Vittoriano e Palazzo Venezia, Sala del refettorio6 settembre 2022vive.beniculturali.it

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