BUTTA.MI - La logistica della raccolta dei rifiuti a Milano 

Nel 1995 i rifiuti di Milano venivano depositati nella discarica di Cerro Maggiore; i residenti, contrari ad averla nel proprio comune, la fecero chiudere dal Sindaco. Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, prorogò di 18 mesi la sua apertura ma gli abitanti di Cerro protestarono, scesero in piazza e bloccarono del tutto l’impianto: ventimila tonnellate di sacchi neri nelle strade di Milano in poche settimane.
In seguito all’intervento dell’AMSA con il “piano Gallico”, con cui è stata risolta la crisi in circa quindici giorni, Milano non ha mai più avuto problemi nella gestione dei rifiuti.Abbiamo voluto sapere come facesse oggi a mantenere questa efficienza e lo abbiamo chiesto all’Azienda Milanese Servizi Ambientali, meglio conosciuta come AMSA.Abbiamo visitato la loro sede centrale in via Olgettina il 4 dicembre 2018. Lì abbiamo incontrato Italo Resenterra, responsabile Comunicazioni, Cristina Fusco, Responsabile Pianificazione e Progettazione e Mauro Penco, del Direttivo aziendale.

Il contesto in cui operano:Una città di 1,3 milioni di abitanti a cui si sommano 700 mila accessi al giorno, 2.200 tonnellate di rifiuti quotidiani da raccogliere in 55.000 punti di raccolta sparsi su una superficie di 182km2, con 2.900 addetti e 1.400 automezzi.

Di fronte a questi dati si inizia a capire che per poter funzionare ci dev’essere una attenta e precisa pianificazione delle operazioni, sospetto presto confermato da Cristina Fusco che ci illustra come questa pianificazione avviene:Grazie ad un approfondito censimento del territorio ed alla meticolosa conoscenza dello stesso nonché dei mezzi e del fattore umano impiegato vengono progettati i percorsi da far seguire agli operatori i quali testano e ne valutano l’efficacia. Il parere degli operatori è tenuto in alta considerazione dall’azienda in quanto rappresentano gli occhi della stessa sul territorio, coloro che assistono all’evoluzione dell’ambiente urbano, quale l’addensarsi del traffico o della quantità di rifiuti da raccogliere in una determinata zona.

È ormai chiaro che nessun mezzo lascia i depositi dell’AMSA senza una preciso itinerario il quale indica anche gli orari di uscita e di rientrata. Nulla è lasciato al caso. E tutto questo viene costantemente monitorato dalla Centrale Operativa, nella quale sembra di essere più a Huston, nella sede della Nasa!Su questo maxi-schermo è rappresentata Milano ed alcuni comuni periferici serviti da AMSA e ogni mezzo in azione in tempo reale (con circa dieci secondi di ritardo). Gli operatori della Centrale possono verificare in qualsiasi momento dove il mezzo si trovi e cosa stia facendo, nonché il suo percorso ed il personale a bordo. Da qui vengono anche gestite eventuali situazioni di emergenza quali un guasto ad un mezzo, l’intensificarsi non previsto del traffico in una strada e qualsiasi altra cosa potrebbe causare la mancata copertura del servizio. È, infatti, fondamentale che questo non venga mai meno in quanto il contratto con il Comune prevede sanzioni economiche a carico dell’AMSA anche se in uno solo dei 55’000 punti non viene effettuata la raccolta entro le ore 11:30 al massimo.Questa fase di progettazione va intesa come un processo quotidiano in quanto vengono costantemente apportate modifiche intente a migliorare il servizio anche in base al periodo dell’anno; si differenziano, infatti, un piano estivo ed uno invernale.

Per riuscirlo a coprire tutto, il territorio è stato diviso in quattro “dipartimenti” ognuno di questi fa riferimento ad un deposito. In questa giornata noi siamo stati nel dipartimento “Olgettina” che include tutta la zona nord-est di Milano.

L’organizzazione della raccolta dei rifiuti deve tener conto anche della diversità dei rifiuti da raccogliere, gli automezzi sono specifici per ogni tipo di materiale. Ci sono quelli che raccolgono solo l’umido, quelli solo la plastica e così via. Questa è una differenza specifica e progettuale del mezzo, un camion progettato per raccogliere l’umido non può raccogliere la plastica ad esempio. Per poter raggiungere un tasso di efficienza massima quindi la raccolta della differenziata non avviene “per giorni” in tutta la città, ad esempio il lunedì in tutto il comune si ritira la carta, martedì plastica e così via come nei piccoli comuni dell’hinterland. La pianificazione quindi prevede un complesso intrecciarsi di percorsi che non si ripetono, dove in una strada si raccoglie, ad esempio la carta, e nello stesso giorno nella strada accanto si sta raccogliendo la plastica mentre il giorno dopo saranno invertiti riuscendo così ad ottimizzare i tempi di lavoro e il numero di mezzi necessari, non avendo mai mezzi “fermi”.

L’organizzazione della raccolta dei rifiuti deve tener conto anche della diversità dei rifiuti da raccogliere, gli automezzi sono specifici per ogni tipo di materiale. Ci sono quelli che raccolgono solo l’umido, quelli solo la plastica e così via. Questa è una differenza specifica e progettuale del mezzo, un camion progettato per raccogliere l’umido non può raccogliere la plastica ad esempio. Per poter raggiungere un tasso di efficienza massima quindi la raccolta della differenziata non avviene “per giorni” in tutta la città, ad esempio il lunedì in tutto il comune si ritira la carta, martedì plastica e così via come nei piccoli comuni dell’hinterland. La pianificazione quindi prevede un complesso intrecciarsi di percorsi che non si ripetono, dove in una strada si raccoglie, ad esempio la carta, e nello stesso giorno nella strada accanto si sta raccogliendo la plastica mentre il giorno dopo saranno invertiti riuscendo così ad ottimizzare i tempi di lavoro e il numero di mezzi necessari, non avendo mai mezzi “fermi”.

Milano è uno dei comuni con la quota di raccolta differenziata più alta d’Italia, i rifiuti domestici sono al 66% differenziati. Per arrivare a questo risultato Milano ha dovuto imparare un’amara lezione negli anni ’90 quando ebbe una crisi di rifiuti. Da allora si è capito che per poter gestire la mole di rifiuti generati da una metropoli la differenziata era di dovere. Oggi si lavora per perfezionarla sempre più, non limitandosi solo alla residenziale ma anche ai mercati coperti dove l’introduzione di un nuovo sistema di raccolta dei rifiuti ha portato ad una drastica riduzione dei rifiuti indifferenziati dal 96% al solo 33!

I rifiuti raccolti a Milano non vanno oltre la provincia di Biella, in Piemonte, dove vengono riciclati carta, vetro e plastica. L’umido va in provincia di Bergamo dove viene compostato. L’indifferenziato invece resta a Milano, venendo processato nel Silla2 dove viene convertito in energia elettrica ed acqua calda.In questi mesi verrà attivato, poi, un nuovo impianto in provincia di Milano di A2A per il riciclo della plastica che quindi non andrà più in Piemonte.

Il progetto BUTTA.MI sulla logistica della raccolta dei rifiuti è di Marianna Mammone e Massimo Pernozzoli nell'ambito del Laboratorio di Urbanistica di Elena Granata -  Politecnico di Milano.Si ringrazia Italo Resenterra - Responsabile Comunicazioni AMSA.

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