Gli economisti parlano e scrivono di economia, invocano principi e teorie, costruiscono sistemi di pensiero. Le imprese, più o meno civili, si misurano con il lavoro, le persone, l’innovazione, le crisi. Una disgiunzione profonda che richiede a tutti di tornare con i piedi per terra. Ci piace ripensare l’economia fuori dalle retoriche dell’accademia e delle modellizzazioni, fuori dai paradigmi chiusi, dalle visioni autoreferenziali. L’economia deve tornare ad essere un campo di sperimentazione e confronto che coinvolge i più giovani (quelli veri, gli under 30) e mette in gioco pensiero e azione.