Cura del pianeta o cura delle persone?
Tempi della città
Ripensare i luoghi
Come abiteremo le città
Quale scuola per il futuro
Racconti dal mondo
JUBA
Melchior Nsavyimana
United Nations Humanitarian Air Service
DORTMUND
Stefano Cozzolino
ILS Research Institute, RWTH University (Aachen)
BOGOTÀ
Nadya Rangel
Secretaria Hábitat Alcaldía (comune) di Bogotá
SANTIAGO DEL CILE
Giovanni Vecchio
Pontificia Universidad Catolica de Chile
MANILA
Choie Funk
Università de La Salle - Manila
BERGAMO
Stefano Zenoni
Assessore mobilità e ambiente, Bergamo
GERUSALEMME
Alessandro Perugini
Architetto
BOGOTÀ
Alex Leandro Pérez
Università de La Salle - Bogotà
BARI
Giuseppe Milano
Ingegnere e urbanista
Saremo capaci di trasformare una crisi globale in un’occasione di ripensamento delle nostre città e delle nostre vite? Riusciremo ad approfittare di questo stand-by collettivo per cambiare il lavoro, la scuola, il welfare, il nostro modo di organizzarci e di muoverci?
Noi ci proviamo con questa SERIE POST sulle città dopo il coronavirus. Domande, appunti, proposte concrete.
Saremo capaci di trasformare una crisi globale in un’occasione di ripensamento delle nostre città e delle nostre vite? Riusciremo ad approfittare di questo stand-by collettivo per cambiare il lavoro, la scuola, il welfare, il nostro modo di organizzarci e di muoverci?Noi ci proviamo con questa Serie POST sulle città dopo il coronavirus.Domande, appunti, proposte concrete.
o i singoli episodi
o i singoli episodi
Le piazze sono vuote, le città no
EPISODIO 1
Per chi sa guardare - non soltanto con gli occhi - le nostre città restano piene di vita, di corpi e di anime - le nostre - che rimangono invisibili: vite compresse nei piccoli, grandi, modesti o preziosi formicai che sono le nostre case.
Densità non è sovraffollamento
EPISODIO 2
Crisi climatica e crisi sanitaria ci chiedono uno sforzo collettivo di intelligenza e di capacità di adattamento.
Ma le due dimensioni, almeno in questa prima fase, non sono così facilmente conciliabili, se passiamo dalla dimensione teorica a quella pratica.
Città e intelligenza delle connessioni
EPISODIO 3
Nelle grandi città, in quanto sistemi ad alto tasso di biodiversità - culturale, economica e sociale - è più facile che si sperimenti l’intelligenza delle connessioni: quella creatività che si nutre del surplus, dell’eccedenza di stimoli e soluzioni, della varietà di merci e cose in circolazione, dall’alto grado di entropia del sistema più caratteristico degli ambienti urbani.
Il tempo come unità di misura
EPISODIO 4
Siamo abituati a pensare le città a partire dallo spazio, in modo assolutamente monodimensionale. Come se tutto dovesse dipendere da un buon disegno di edifici, spazi aperti, verde urbano, servizi.
Ma le città - oggi più che mai - hanno molto a che fare con il tempo oltre che con lo spazio.
Che cosa pensano gli animali?
EPISODIO 5
Possiamo cercare di cogliere questo improvviso e liberatorio muoversi degli animali, come qualcosa che ha molto da dire. Perché presto usciremo dalle nostre case e non potremo dire di non averli visti né sentiti, nel silenzio e nell’ombra.
La cattedra dell’emergenza
EPISODIO 6
Siamo stati troppo abituati al “dove” ci troviamo, che non sappiamo più porci la domanda del “come” possiamo incontrarci; domanda che va ben al di là dell’apparato digitale che in questo momento sembra essere solo un altro luogo ancora piuttosto che un occasione per tirar fuori, dall’emergenza, quanto sta emergendo per davvero.
Le città che saremo
Cambieremo davvero dopo la crisi coronavirus?
Saremo capaci di trasformare una crisi di portata globale in un grande occasione di riprogrammazione collettiva delle nostre vite e delle nostre città?
Riusciremo a far tesoro di quest’esperienza per innovare il lavoro, la scuola, il welfare, il nostro modo di organizzarci, di muoverci e di comunicare?
Noi ci proviamo con questo Laboratorio sulle città dopo il coronavirus.
Domande, appunti, proposte concrete.
Il design della distanza
EPISODIO 7
Design e creatività avranno una missione difficile ma possibile: ricordare che il virus non coincide con il corpo degli altri. Segni sul terreno, frecce, linee, cantoni, quadri, facilitano un gioco che si fonda sulla distanza e sul coordinamento, sul movimento ma anche sulle relazioni. L’altro non è un nemico da temere, ma un cittadino che abita il nostro stesso spazio in modo coordinato.